Nella seduta di martedì (per chi volesse rivederla http://bit.ly/archivio-sedute-cc) il consiglio comunale ha approvato all’unanimità un atto di indirizzo su svolgimento di sagre e feste no profit con somministrazione di alimenti e bevande (proposta di deliberazione presentata dal consigliere comunale Alvaro Ancisi ai sensi dell’articolo 44 del regolamento del consiglio comunale).
Il capogruppo di Lista per Ravenna Ancisi ha ricordato che il testo originale, da lui proposto ad agosto 2016, è stato lungamente discusso, e di conseguenza progressivamente modificato e integrato, nelle sedute delle commissioni consiliari Affari istituzionali e Attività produttive del 15 marzo 2017 e del 27 luglio e 21 novembre 2018.
Ha quindi dato lettura dell’ultima versione.
Il testo messo poi in votazione, e approvato all’unanimità, è stato ulteriormente e leggermente modificato, a seguito dell’unanime approvazione di due emendamenti presentati dalla consigliera Cinzia Valbonesi (Pd) e di due modifiche apportate da Ancisi sempre su richiesta di Valbonesi.
Sono intervenuti, oltre al consigliere Ancisi, la consigliera Cinzia Valbonesi (Pd) e l’assessore alle Attività produttive Massimo Cameliani.
Sia dal gruppo Pd che dalla giunta è stato sottolineato come la discussione sulla proposta presentata da Ancisi sia arrivata a un risultato positivo essendo partita dalla comune volontà di non penalizzare i soggetti no profit organizzatori di eventi e allo stesso tempo di tutelare ristoratori e pubblici esercizi. Per salvaguardare entrambe le esigenze non sono stati creati nuovi vincoli ma è stata prevista l’applicazione puntuale delle disposizioni esistenti.
Dichiarazione fornita da Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna:
“Considero un passaggio importante, anche perché conseguito con deliberazione unanime del consiglio comunale, l’approvazione, avvenuta martedì sera, dell’atto di indirizzo da me proposto sullo“SVOLGIMENTO DI SAGRE E FESTE NO PROFIT CON SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE”, attività fino ad ora esercitate in forme che molti giudicano sregolate. La mia proposta originale, presentata il 25 agosto 2016, è stata lungamente discussa, e di conseguenza progressivamente modificata e integrata, nelle sedute delle commissioni consiliari Affari istituzionali e Attività produttive del 15 marzo 2017 e del 27 luglio e 21 novembre 2018. Tuttavia, all’atto finale, essendo state superate con ulteriori azioni di dialogo le divergenze che hanno lungamente contrapposto la maggioranza e l’opposizione, nonché il parere contrario della Giunta comunale espresso nella seduta del 21 novembre, si è potuto raggiungere il pieno accordo tra tutti i gruppi politici consiliari. Ancora prima era stato acquisito il parere di regolarità tecnica del dirigente comunale competente, nonché quelli delle associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti.
Giova dunque soffermarsi ora, in forma sintetica e discorsiva, sul dispositivo approvato.
Con “sagra” si intendono le manifestazioni temporanee chiamate anche “festa”, “festival”, “fiera” o simili, che abbiano finalità di valorizzazione del territorio e/o di aggregazione o utilità sociali, benefiche o solidaristiche, mediante l’utilizzo e la somministrazione di prodotti o lavorazioni di carattere enogastronomico, uno o più dei quali aventi rappresentatività culturale o identitaria del territorio stesso. È richiesto, quando possibile, il coinvolgimento operativo di realtà produttive e commerciali locali. Sono abilitati all’organizzazione delle sagre i soggetti no-profit, quali istituzioni pubbliche, organizzazioni politiche, sindacali, religiose, benefiche e le associazioni con finalità culturali, sportive, del tempo libero e del volontariato, pro-loco e comitati cittadini, rappresentati o radicati nel territorio del Comune di Ravenna o dei Comuni limitrofi della provincia, nonché gli enti del Terzo Settore .
Viene istituito, in forma pubblica, il “Calendario annuale delle sagre e feste” che si svolgono sul territorio del Comune di Ravenna, nelle quali si somministrano in modo temporaneo alimenti e bevande. Il Calendario potrà essere disposto secondo categorie omogenee, ad esempio per attività prevalente e per tipologia dei soggetti organizzatori.
Queste manifestazioni non possono avere fine di lucro. A norma del sistema tributario statale, l’attività temporanea di somministrazione di alimenti e bevande è soggetta, in maniera tracciabile, al rilascio di ricevuta/scontrino avente valore fiscale, da cui sono esclusi solo i soggetti organizzatori che ne sono esentati per norma di legge. Può esserci abbinamento con una o più iniziative culturali e/o sportive e/o ricreative e/o espositive, purché ad accesso libero.
Ai fini della definizione del provvedimento, dei Calendari annuali e della soluzione dei problemi in corso di gestione del provvedimento stesso, verranno sentite le organizzazioni del commercio e del turismo maggiormente rappresentative, nonché le rappresentanze degli enti di Terzo Settore e dei soggetti associativi direttamente interessati.
Circa il numero massimo dei giorni di durata della somministrazione temporanea di alimenti e bevande nell’ambito della singola sagra o festa, sarà la giunta comunale a definirne i termini sentendo le organizzazioni e le rappresentanze associative, come detto sopra. La mia proposta, sostenuta da tutte le opposizioni e condivisa da Confcommercio e Confesercenti, era di 12 giorni massimi per anno e per località non frazionabili in più di due volte; quella della giunta comunale e della maggioranza è invece di applicare anche alle manifestazioni senza scopo di lucro la norma stabilita dai “Criteri di programmazione” per la somministrazione di alimenti e bevande, approvati dal consiglio comunale nel dicembre 2012, valida in genere per le imprese: cioè 30 giorni consecutivi, con possibilità di ulteriore analoga autorizzazione decorsi 90 giorni da quella precedente. Tra le circa cento sagre o feste no profit che si svolgono ogni anno nel Comune di Ravenna, non si è peraltro ravvisato, neppure durante la discussione in consiglio comunale o in commissione, che ne esistano altre, diverse dalle Feste dell’Unità, che impegnino più di 12 giorni. Giusto che su questo punto si persegua ad una mediazione tra attività con o senza scopo di lucro, tramite concertazione con le parti sociali a diverso titolo interessate”.