Nella seduta di venerdì (per chi volesse vederla http://bit.ly/archivio-sedute-cc) il consiglio comunale ha approvato le tariffe Tari per il 2017 e le delibere collegate.
La delibera riguardante le modifiche al Regolamento comunale per la disciplina della tassa dei rifiuti (Tari) è stata approvata con 18 voti favorevoli (gruppi di maggioranza) e 8 astenuti (CambieRà, Forza Italia, La Pigna, Lega nord, Ravenna in Comune).
La delibera sugli indirizzi per l’affidamento della gestione per l’anno 2017 e fissazione rate di scadenza di versamento è stata approvata con 18 voti favorevoli (gruppi di maggioranza) 5 contrari (Forza Italia, la Pigna, Lega nord) e 3 astenuti (CambieRà e Ravenna in Comune).
La delibera relativa alla tassa sui rifiuti (Tari) – determinazione tariffe anno 2017 è stata approvata con 18 voti favorevoli (gruppi di maggioranza) e 7 voti contrari (CambieRà, Forza Italia, Lega nord, Ravenna in Comune).
Sono stati altresì approvati due emendamenti (documenti allegati) presentati dal consigliere Gianluca Rambelli (Sinistra per Ravenna) e sottoscritti da Mariella Mantovani (Art. 1 Movimento Democratico Progressista): il primo con 19 voti favorevoli (gruppi di maggioranza e Ravenna in Comune), 5 voti contrari (Forza Italia, la Pigna, Lega nord) e 2 astenuti (CambieRà); il secondo con 21 voti favorevoli (gruppi di maggioranza, CambieRà, Ravenna in Comune) e 4 voti contrari (Forza Italia, Lega nord).
Sono stati invece respinti due emendamenti (documenti allegati) presentati dalla consigliera Samantha Gardin (Lega nord): il primo con 15 voti contrari (gruppi di maggioranza) e 8 voti favorevoli (CambieRà, Forza Italia, La Pigna, Lega nord, Ravenna in Comune), 2 astenuti (gruppo Pri); il secondo emendamento è stato respinto con 18 voti contrari (gruppi di maggioranza) e 8 voti favorevoli (CambieRà, Forza Italia, La Pigna, Lega nord, Ravenna in Comune).
Relatore è stato l’assessore all’Ambiente, Gianandrea Baroncini, che ha illustrato le tre delibere sottolineando gli aspetti di cambiamento rispetto agli anni precedenti. In sintesi ha rappresentato, tra l’altro, le modifiche al regolamento sull’applicazione della TARI che registrano l’estensione delle agevolazioni previste per il caso di contestuale produzione di rifiuti urbani o assimilati e rifiuti speciali, a favore di attività artigianali ed economiche, rimodulando le riduzioni da un minimo dell’11% ad un massimo del 37% e l’introduzione di un’agevolazione nei confronti delle utenze non domestiche rimaste vuote anche se allacciate ai pubblici servizi di erogazione idrica ed elettrica.
Ha quindi evidenziato le modifiche delle scadenze di pagamento Tari 2017, con una maggiore dilazione attraverso la previsione delle scadenze stesse a fine giugno, fine settembre e a fine dicembre. La prima rata comprenderà la tassa del primo quadrimestre e non del primo semestre, come invece negli anni precedenti, con vantaggi per cittadini e imprese.
Per quanto riguarda le tariffe Tari in generale, il montante complessivo risultante dal Piano economico e finanziario approvato dal comitato locale di Atersir è di 29.634.769,55 euro, tolte le sanzioni e la penale addebitate al gestore Hera in relazione al disservizio verificatosi ad aprile 2016, per un totale di 231.839,25 euro. Il 60,24% del montante sarà coperto dalle utenze domestiche e il 39,76% da quelle non domestiche.
Le tariffe per le utenze domestiche e non domestiche non subiranno scostamenti di rilievo rispetto al 2016, prevedendo un modesto incremento medio di circa l’1,2% dovuto prevalentemente ai maggiori costi relativi ad attività e progetti di efficientamento e potenziamento dei servizi di raccolta differenziata dei rifiuti. Per quanto riguarda i ristoranti, ad esempio, per l’anno 2017 è stata ridotta del 20% la tariffa relativa alla parte di locale che eccede i 150 metri quadri.
Secondo Baroncini è stato raggiunto un buon equilibrio che tiene conto del perdurare della crisi e che ha cercato per quanto possibile di mediare le iniquità di fondo che la Tari presenta di per sé mentre l’obiettivo resta quello di passare dall’attuale sistema di raccolta stradale al porta a porta misto.
Nel corso della seduta sono intervenuti: Samantha Gardin (Lega nord), Gianluca Rambelli (Sinistra per Ravenna), Giannantonio Mingozzi (Pri), Maurizio Bucci (La Pigna), Raffaella Sutter (Ravenna in Comune), Samantha Tardi (CambieRà), Patrizia Strocchi (Pd), Alberto Ancarani (Forza Italia), Daniele Perini (Ama Ravenna), Maria Cristina Gottarelli (Pd).
Il gruppo Pri ha espresso soddisfazione ritenendo accettabile l’equilibrio raggiunto nella tassazione tra domestico e produttivo e apprezzando la riduzione delle tariffe alle imprese proprietarie di capannoni o sedi non utilizzate.
Il gruppo Lega nord ha rilevato che non è stata praticata nessuna scontistica al cittadino così come non è stato fatto nulla per andare incontro alle esigenze di quest’ultimo anche riguardo alle modalità di pagamento intese a premiare i comportamenti virtuosi.
Il gruppo Sinistra per Ravenna ha fatto presente l’importanza del sistema di raccolta porta a porta, auspicando l’ulteriore impegno in tal senso unitamente al potenziamento dei punti di raccolta.
Il gruppo La Pigna ha sostenuto che non c’è la volontà politica per una gestione diversa del sistema di raccolta, ritenuto antiquato, e che i 29 milioni e oltre rappresentano una cifra elevatissima.
Il gruppo Ravenna in Comune ha espresso parere positivo sulla tariffazione minore per ristoranti e capannoni mentre si poteva fare di più, attraverso studi analitici, per modifiche che incentivassero la diffusione di comportamenti virtuosi verso il riciclo e la raccolta differenziata.
Il gruppo CambieRà si è manifestato contrario all’aumento dell’1,2 % e favorevole all’incremento del servizio porta a porta, rilevando che manca una linea politica orientata a premiare i comportamenti virtuosi di chi si impegna nella raccolta differenziata.
Il gruppo Pd ha rilevato come le modifiche apportate al regolamento siano coerenti con le istanze provenienti dall’associazionismo, facendo altresì presente che le tariffe praticate dal Comune di Ravenna sono in media le più basse della regione e tra le più basse d’Italia.
Il gruppo Forza Italia ha sostenuto che l’aumento delle tariffe è un dato oggettivo mentre ogni anno si accampano scuse per lasciare ad Hera la riscossione dell’imposta; il cittadino, d’altra parte, per quanto riguarda i rifiuti – secondo Forza Italia – vede ogni anno la situazione peggiorare.
Il gruppo Ama Ravenna ha sostenuto che l’opposizione dipinge la città in maniera irreale rappresentando come la raccolta differenziata a Ravenna stia all’interno della media nazionale.
A nome di Lista per Ravenna, il consigliere Alvaro Ancisi, non avendo potuto partecipare al dibattito causa impegno istituzionale fuori sede, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Confermo il parere negativo sui provvedimenti TAR così espresso in sede di commissione consiliare martedì scorso:
1. La TARI viene chiamata tariffa per i rifiuti, che ognuno dovrebbe dunque pagare in base alla quantità effettiva dei rifiuti conferiti, come in altri Comuni si sta già facendo con successo, in particolare con sistemi di servizio domiciliare misto. Quanto meno, i criteri di previsione delle quantità dovrebbero essere attendibili. Ma in realtà la TARI è un’altra tassa patrimoniale.
2. A Ravenna, il costo del servizio è di quasi 30 milioni, scaricati interamente sulle bollette. Una cifra abnorme, in gran parte dovuta agli sprechi, alle inefficienze e ai clientelismi tipici dei servizi pubblici condizionati dalla politica in un regime di monopolio.
Il 60,2% di questo costo è addossato alle utenze domestiche, rispetto al 39,8% a carico di quelle non domestiche. Rappresenta uno squilibrio inaccettabile, ogni anno più grave, perché la crisi economica investe le famiglie alla pari delle imprese.
Peraltro, la causa principale della produzione di rifiuti domestici non sta nella dimensione dell’abitazione, criterio pesante sulla determinazione delle tariffe, ma nel numero degli occupanti: una persona anziana che vive da sola in una casa di 100 metri quadrati non produce più rifiuti di cinque persone che ne occupano 60.
È stato giusto sgravare le imprese della TARI per gli immobili vuoti e inutilizzati, ma perché non lo si è fatto anche per le famiglie?
Per le stesse piccole e medie imprese commerciali servirebbe inoltre un alleggerimento rispetto alla troppo dilagata e dilagante grande distribuzione (iper e super), che ne causa molte chiusure o gravi difficoltà di vendita (e conseguente minore produzione di rifiuti).
3. Non può giustificarsi l’aumento medio delle tariffe dell’1,2%, motivato con iniziative di “efficientamento” e“potenziamento”. Un’impresa sana si rende efficiente e si aggiorna gestendo sanamente i propri bilanci, non aumentando le tariffe della sua produzione.
4. Ma soprattutto, a proposito di efficienza, è una vergogna che i clamorosi disastri del servizio rifiuti verificatisi nell’aprile/maggio scorsi in tutto il territorio comunale per 35 giorni, come certificato da Atersir, l’Autorità di regolazione e di controllo del servizio (di cui il sindaco di Ravenna è la parte maggiore), abbiano prodotto a carico di Hera una penale di appena 162 mila euro. Secondo norma, l’80% dell’intero costo del servizio in quel periodo avrebbe dovuto essere restituito quest’anno agli utenti: corrispondono a circa 2 milioni di minor carico tariffario totale che non si è avuto.
5. Oltre ai danni, la beffa. Vengono scaricate sulle bollette di chi le paga 575 mila euro di bollette non pagate. Fermo restando che alle famiglie povere dovrebbe provvedere il servizio Sociale del Comune, si dovrebbe far chiarezza su chi non paga. Ad esempio, in proporzione ai residenti, quanti sono ravennati e quanti no. Giusto per capire meglio con quale giustizia sociale questo Comune è governato.
Cosa dovrebbe fare un Comune che è dalla parte dei cittadini? Come il Comune di Bagno di Romagna. Ricorrere in Tribunale contro Atersir, che fa e disfa dalla parte del monopolio”.