In tempo di Covid la sensibilità è amplificata nei confronti di qualunque circostanza: abbiamo imparato (forse) a dare più valore a determinati aspetti della nostra vita, alle nostre abitudini, ai nostri affetti, ma soprattutto, in questo periodo difficile e di tracollo economico improvviso e globale, si tende a dare estremo e differente valore al denaro, al dove spenderlo, al come spenderlo e a chi “donarlo”, qualora in cui ve ne sia la possibilità.
Tutti noi ci siamo ritrovati di punto in bianco a fare i conti con le nostre mancanze; siamo stati costretti a rivedere piani e progetti, a ricalcolare destinazioni d’uso di alcune spese, a raccimolare invece qualche spiccio qua e là per poter andare avanti, nei numerosi casi di ferma lavorativa.
Tutti noi.
In tempo di Covid esistono però dei settori che sono stati più colpiti di altri: abbiamo parrucchieri ed estetisti in ginocchio per decisioni superficiali ed assurde da parte del nostro govero e poi abbiamo il turismo, il grande e sfaccettato comparto turistico dai suoi mille volti; volti che prendono il nome dell’albergatore, del barista, del ristoratore, del venditore di souvenirs, dell’addetto di agenzia viaggio in front office ed in backoffice, del titolare di stabilimento balneare; volti che hanno il nome del cameriere, del cuoco, del barista, dell’addetto alle camere di hotel, del receptionist, del commesso, del bagnino che apre e chiude gli ombrelloni; volti, oggi, tutti a casa, chi disoccupato, chi in cassa integrazione a faticare per pagare le spese per la propria famiglia.
La Regione Emilia Romagna pare stia lavorando alacremente per mettere in piedi una serie di proposte e di linee procedurali per far ripartire il comparto. Lo stesso Assessore Corsini, sin da subito, va detto, si è buttato in campo a combattere a suon di proposte di emendamento, le vergognose incertezze governative, tuttavia è giusto rendere noto qualche particolare poco conosciuto della macchina turistica del nostro territorio.
Grazie alla ormai famosa Legge 4/2016, detta anche Legge Corsini, la Regione viene divisa in Destinazioni Turistiche, le quali hanno lo scopo di promuovere il territorio di riferimento, suddiviso in aree vaste: la Destinazione Romagna infatti comprende le province di Rimini, Ravenna, Forlì/Cesena e Ferrara.
Ogni destinazione è composta da un Presidente, nella nostra Destinazione guarda caso è il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi, un Direttore, un Consiglio di Amministrazione composto dai vari sindaci delle province, o relativi delegati, e di uno staff tecnico, sotto al CdA, composto da privati, il quale, a sua volta è presieduto da un elemento che ne fa la rappresentanza.
La Destinazione Romagna, per tramite del suo Presidente, appunto, in questo difficile momento dovrebbe essere in costante movimento per poter organizzare la promo commercializzazione del nostro territorio in previsione delle varie riaperture, invece, si scopre che, nonostante le emergenze sanitarie, il brutto vizio di approfittare delle proprie posizioni per avvantaggiare qualcuno, rispetto ad altri, non sparisce mai.
E’ il 27 aprile 2020, quando viene pubblicato un protocollo nazionale a firma Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Federalberghi e Asshotel e redatto in collaborazione col Prof. Pierluigi Viale del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, nonché dell’Unità Operativa Malattie Infettive del Policlinico S.Orsola di Bologna, in collaborazione altresì con Croce Rossa Italiana, dal titolo “ACCOGLIENZA SICURA – Misure di Prevenzione della diffusione del virus SARS-COV 2 nelle strutture turistico ricettive”.
Tale protocollo viene stilato e messo a disposizione del governo, nonché di tutte le strutture ricettive italiane, completamente in maniera gratuita, in quanto sostenuto in toto dalle associazioni di categoria che hanno, per l’appunto, siglato l’accordo.
E’ sempre il 27 aprile 2020 quando, d’altro canto, con determinazione n.48, la Destinazione Romagna, tramite affidamento diretto, ai sensi dell’art. 36 comma 2 lett.a) del D.lgs. n. 50/2016 che lo consente anche senza previa consultazione di due o più operatori economici, in caso di importi inferiori ad euro 40.000,00, assegna all’azienda Teamwork srl, guarda caso di Rimini, per un totale di €. 38.500,00 più IVA, il compito di realizzare “un servizio di progettazione e sviluppo di un manuale operativo contenente linee guida, modelli esplicativi e kit accoglienza per hotel e ristoranti, nonché gli strumenti operativi per le nuove esigenze di pulizia e messa in sicurezza sanitaria delle strutture, nominato “secure clean””.
Di fatto stiamo parlando di due documenti paralleli e pressochè identici nei contenuti, con la differenza che uno è stato redatto gratuitamente dalle associazioni di categoria presenti nel nostro territorio nazionale e l’altro da un privato alla modica cifra di quasi 40 mila euro, senza nemmeno lo sforzo di passare da un bando pubblico.
Ma non è tutto.
Se si va a visitare la rete, i social e i profili dei vari componenti dell’azienda fornitrice, è facilissimo trovare un costante richiamo al sito www.securecleanhotel.it , ovvero un portale dove, appunto, viene presentato e promosso il progetto che la Teawork srl di Rimini ha realizzato per gli operatori del settore grazie ai soldi della Destinazione e con stupore si può vedere che la guida è acquistabile online alla modica cifra che varia dalle €. 300 alle €. 370 + iva, dando adito pertanto al dubbio che il tutto non sia stato altro che un finanziamento con lo scopo di dare posibilità ad un privato, di Rimini, di realizzare un proprio ebook da rivendere comodamente come un qualunque commerciante.
Ma perchè a quel fornitore un aiuto di questa entità, senza sforzo, quando si poteva utilizzare le associazioni di categoria nazionali già all’opera, peraltro gratuitamente?
Tutto questo farebbe ridere, se invece non ci fosse da piangere per la vergogna, se pensiamo che le aziende, proprio in questi giorni, stanno sputando sangue solo per riuscire ad ottenere i famosi €. 25.000,00 garantiti dallo stato, come prestito per poter sopravvivere.
Va precisato che nel cda della Destinazione Romagna la provincia di Ravenna è rappresentata dal nostro Assessore al Turismo Giacomo Costantini, il quale, in questi anni, è stato da me abbondantemente criticato (per usare un eufemismo) in merito a presunte regalie ad amici o affini (basti ricordare le vicende dei bandi turistici di qualche anno fa), ciò nonostante, ci ritroviamo col suo silenzio di fronte alla scelta indecente della nostra Destinazione, che dovrebbe pensare alla promozione turistica e non alle linee tecniche di operatività aziendale, la quale spende per vie dirette denari che avrebbero potuto essere utilizzati per un ritorno economico di tutto il settore.
Il quadro che emerge rappresenta l’ennesima colossale, gravissima e vergognosa presa per i fondelli non solo nei confronti di tutti i titolari di aziende, ma anche nei confronti dei relativi dipendenti e operatori, dei collaboratori e delle associazioni di categoria stesse, le quali mi auguro che alzino la voce e facciano sentire il loro sdegno.
Nemmeno il Covid19 e tutto quello che ne è conseguito è riuscito a fermare le coscienze dei nostri politici, vedete un po’ voi.