Nella seduta di ieri (per chi volesse vederla http://bit.ly/archivio-sedute-cc) il consiglio comunale ha approvato la revisione straordinaria delle partecipazioni societarie.
La delibera è stata approvata con 17 voti favorevoli (Pd, Pri, Sinistra per Ravenna, Ama Ravenna) e 11 contrari (La Pigna, Ravenna in comune, Cambierà, Lega Nord, Forza Italia, Lista per Ravenna, Gruppo Alberghini).
Relatore l’assessore alle Aziende partecipate Massimo Cameliani che ha premesso come il lavoro di revisione, richiesto dal Testo unico in materia di società partecipate (Tusp), ha riguardato 16 società partecipate o controllate dal Comune. Di queste è prevista l’alienazione di Ervet Spa, la società in house per lo sviluppo territoriale, in quanto la partecipazione non è da ritenersi strettamente necessaria al perseguimento delle finalità dell’amministrazione comunale. Infatti, come stabilisce il Tusp, le pubbliche amministrazioni non possono, direttamente o indirettamente, mantenere partecipazioni, anche in minoranza, in società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali. Le altre 15 sono risultate strategiche ed essenziali per i cittadini e la loro buona gestione ha permesso importanti rendimenti al Comune che hanno ripercussioni positive sui servizi pubblici. E’ intervenuto Carlo Pezzi, presidente di Ravenna Holding.
Nel corso della seduta sono intervenuti: Michela Guerra (Cambierà), Michele Casadio (Pd), Veronica Verlicchi (La Pigna), Samantha Gardin (Lega Nord), Massimiliano Alberghini (Gruppo Alberghini), Alberto Ancarani (Fi), Daniele Perini (Ama Ravenna), Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna).
Il gruppo Cambierà, pur apprezzando la relazione dell’assessore per la chiarezza, ha espresso dubbi sulla partecipazione in Sapir e Aser. Sarebbe stato importante uno sforzo ulteriore per ridurre il numero delle partecipate.
Il gruppo Pd ha sottolineato che le valutazioni tecniche hanno evidenziato il lavoro virtuoso del Comune e dove è intervenuto il legislatore ha soltanto sottolineato questa virtuosità, perché il Comune ha già razionalizzato negli anni le sue partecipazioni.
Il gruppo La Pigna ha ritenuto che non tutte le partecipate siano utili alle funzioni che deve esercitare il Comune, facendo gli esempi di Sapir e Farmacie comunali. Ravenna Holding è l’emblema del “poltronificio”; ha infatti un bilancio positivo, ma crescono i costi di funzionamento.
Il gruppo Lega Nord, premettendo che il Tusp è carente perché mancano i decreti attuativi, ha criticato il mantenimento della partecipazione in Farmacie comunali e Azimut. Una riduzione delle partecipazioni alle sole società in house dirette avrebbe premiato il piano di razionalizzazione.
Il gruppo Alberghini ha affermato che l’amministrazione avrebbe dovuto avere più coraggio nelle alienazioni a ha avanzato dubbi sulla virtuosità del Comune in merito allo sfoltimento delle partecipate, perché non tutte sono così aderenti alle finalità istituzionali.
Il gruppo Forza Italia, pur criticando i limiti della legge, ha evidenziato la mancata occasione per regolamentare le partecipazioni. Anche se giuridicamente corretto il loro mantenimento non ha senso, perché il Comune non può fare l’impresario funebre o portuale.
Il gruppo Ama Ravenna ha rilevato come, grazie alle partecipate, il Comune può avere un bilancio migliore, mentre in altre realtà le partecipate sono fallite o in liquidazione. A Ravenna gli utili vengono investiti in asili nido, case per anziani e altri servizi primari.
Il gruppo Lista per Ravenna ha sottolineato che si sta approvando un riassetto che in realtà mantiene lo stato attuale delle cose, mentre occorrerebbe una completa riforma di questo sistema con società non strettamente necessarie e, a volte, dai servizi non proprio all’altezza.
04 Ottobre 2017