Nella seduta di ieri (per chi volesse rivederla http://bit.ly/archivio-sedute-cc) il consiglio comunale ha approvato la variazione agli stanziamenti per i progetti di cooperazione decentrata in Senegal e Saharawi.
La delibera è stata approvata con 17 voti favorevoli (Pd, Art. 1-Mdp, Ama Ravenna, Ravenna in comune), 5 astenuti (CambieRà, Pri, Lista per Ravenna), 5 contrari (Forza Italia, La Pigna, Lega Nord).
Ha illustrato la delibera l’assessore Gianadrea Baroncini in sostituzione dell’assessora alla Cooperazione internazionale Ouidad Bakkali. Baroncini ha spiegato i due progetti del Comune, all’interno della rete regionale di cooperazione: F.a.s.e (Formazione, assistenza sanitaria, empowerment) a sostegno della popolazione Saharawi, con l’obiettivo di contribuire al miglioramento della salute della popolazione femminile e pediatrica Saharawi; S.t.e.y. (Synergies, training, women, youth) in Senegal con l’obiettivo di garantire occasioni di educazione e formazione alla popolazione giovanile e femminile presso la banlieue di Dakar e il villaggio di Diol Kadd. Le attività sono partite a marzo scorso e si completeranno in 12 mesi. La variazione agli stanziamenti si sostanzia in maggiori entrate per 30mila euro dalla Regione Emilia-Romagna a seguito dell’approvazione dei progetti candidati dal Comune di Ravenna.
Sono intervenuti nel dibattito: Alberto Ancarani (Forza Italia), Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), Samatha Gardin (Lega Nord), Daniele Perini (Ama Ravenna), Giannantonio Mingozzi (Pri), Massimo Manzoli (Ravenna in comune), Patrizia Strocchi (Pd), Massimiliano Alberghini (Gruppo Alberghini), Marco Maiolini (CambieRà), Mariella Mantovani (Art. 1 Mdp), Gianfilippo Nicola Rolando (Lega Nord), Chiara Francesconi (Pri).
Il gruppo Forza Italia ha evidenziato il dubbio sull’opportunità che i Comuni si occupino di cooperazione internazionale, considerando che debba essere il Governo a doverlo fare. Il Comune deve farsi carico di altri problemi come la sistemazione delle strade, il verde pubblico, la cultura.
Il gruppo Lista per Ravenna ha sottolineato che questi progetti hanno il merito di essere un contributo a ridurre le migrazioni, ma occorre che ci sia un coordinamento nazionale attraverso, ad esempio, l’Associazione nazionale comuni italiani.
Il gruppo Lega Nord ha espresso dissenso all’impegno di 50mila euro, dei quali 24mila a favore di una persona che segue da Ravenna i progetti, con il conseguente dimezzamento del finanziamento. Della cooperazione decentrata deve occuparsene l’Europa.
Il gruppo Ama Ravenna ha giudicato i progetti ben fatti perché questo impegno economico serve per realizzare pozzi per l’acqua, vaccinazioni, corsi di assistenza sanitaria. Il coinvolgimento dei Comuni è importante e se tutti contribuissero come quello di Ravenna potrebbero destinare circa 80 milioni di euro.
Il gruppo Pri ha espresso perplessità, non nel merito dei progetti che sono meritori, ma perché si tratta di interventi a spot. Plaudendo al sostegno del progetto in Sahrawi da parte del corso di laurea in Civiltà d’oriente, sottolinea che tali iniziative devono essere di carattere governativo.
Il gruppo Ravenna in comune ha espresso parere favorevole ai progetti ben descritti e dettagliati, con una rendicontazione precisa che permette di capire la concreta utilità dell’intervento e ritiene importante la formazione in loco di personale sanitario in Saharwi e culturale in Senegal.
Il gruppo Pd ha sottolineato l’importanza, in questo momento storico, di educare i giovani alla conoscenza delle realtà bisognose. Inoltre, gli enti locali hanno il dovere, come leggi nazionali e regionale stabiliscono, di aiutare le popolazioni in difficoltà e ad avere una vita dignitosa.
Il gruppo Alberghini ha evidenziato che sulla carta il fine è apprezzabile, ma non può essere il Comune ad occuparsi di cooperazione internazionale senza un progetto unitario ed una regia superiore. La cifra, inoltre, tolta la parte per la persona che segue i progetti, risulta molto bassa.
Il gruppo CambieRà ha evidenziato quanto Italia ed Europa stiano facendo poco per i paesi in via di sviluppo. Occorre un programma governativo serio per aiutare le popolazioni in loco, ma anche le persone che sono arrivate qui.
Il gruppo Art. 1-Mdp nell’apprezzare questi progetti ha ricordato gli incontri con le persone formate in ambito sanitario che hanno contribuito alla diminuzione della mortalità e come altri progetti hanno permesso l’avvio di piccole imprese locali.