Nella seduta di martedì (per chi volesse rivederla http://bit.ly/archivio-sedute-cc) il consiglio comunale ha approvato il riconoscimento della spesa ai sensi degli articoli 42 comma 4 e 175 comma 4 del decreto legislativo 267/2000 derivante da sentenza esecutiva di causa legale – variazione di bilancio.
La delibera è stata approvata con 18 voti favorevoli (gruppi di maggioranza) e 11 astenuti (Alberghini, CambieRà, Forza Italia, La Pigna, Lega nord, Lista per Ravenna, Ravenna in Comune).
L’assessore agli Affari generali, Gianandrea Baroncini, ha descritto il documento riguardante il riconoscimento di debito fuori bilancio derivante da una sentenza esecutiva del Tribunale, in merito all’acquisto di una quota di area Pep, che ha riconosciuto in parte le ragioni dei ricorrenti, e l’impegno quindi della somma di 7mila235,41 euro a favore dei medesimi.
Al riguardo l’assessore Baroncini ha annunciato il ricorso in appello.
Sono intervenuti nel dibattito: Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) e Michela Guerra (CambieRà).
Il gruppo Lista per Ravenna ha fornito il seguente intervento: “Un cittadino è dovuto ricorrere in Tribunale per ottenere dal Comune la restituzione della somma pagata più del dovuto nel 2010, esattamente 4.423, 56 euro, per acquistare la proprietà della quota di superficie su cui insiste il proprio alloggio di Edilizia Economica Popolare (Peep). Il Comune si era impegnato a tale restituzione qualora l’evoluzione del quadro legislativo avesse permesso di sanare l’ingiustizia, come in effetti è stato. Certamente si tratta di un debito fuori bilancio assolutamente da pagare, ma non posso che astenermi in ragione di due considerazioni: 1) molti altri cittadini si trovano nella medesima ingiusta condizione, che dovrebbe essere sanata per tutti senza bisogno di andare in Tribunale e pagare avvocati e spese giudiziarie per ottenere giustizia dopo 7 anni; 2) il Comune ora paga il coraggioso cittadino perché la sentenza è esecutiva, ma ricorre al Tribunale di secondo grado per fare annullare la sentenza. Non è così che deve comportarsi una pubblica amministrazione, tanto meno verso chi con fatica riesce a farsi un tetto “popolare”.
Il gruppo CambieRà ha sostenuto di astenersi per motivazioni simili a quelle di Lista per Ravenna, rilevando che è una piaga italiana quella del veloce susseguirsi di normative che cambiano in corso d’opera. Secondo CambieRà è legittimo che il Comune resista in giudizio ma occorre riflettere sull’opportunità di insistere.
01 Giugno 2017